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Il diritto alimentare è quel ramo del diritto che regola la produzione, la distribuzione e la somministrazione degli alimenti e delle bevande.  Include le norme che riguardano la formulazione dei prodotti, le leggi che regolano ogni forma di comunicazione con il consumatore (etichettatura, presentazione e pubblicità degli alimenti e delle bevande), e le regole che riguardano l’igiene e la sicurezza degli alimenti.
Il diritto alimentare in Italia è costituito da leggi nazionali e da fonti comunitarie. La sovrapposizione tra normativa nazionale e normativa europea, entrambe in continua evoluzione,  rende particolarmente impegnativo l’aggiornamento e difficile l’interpretazione del diritto. ​
Lo studio costante della legge ed il continuo aggiornamento normativo non sono sufficienti.  La comprensione del diritto alimentare e delle problematiche che possono insorgere in ordine ad alimenti e bevande richiede la conoscenza di materie che nulla hanno a che vedere con il diritto.  Si tratta delle nozioni basilari di tecnica di produzione degli alimenti, di una base di chimica e microbiologia degli alimenti, la conoscenza delle principali frodi alimentari, ecc.  ​
Alla complessità della legge e delle materie di cui è richiesta la conoscenza, si aggiunge la variabilità della interpretazione del diritto alimentare, innanzitutto da chi effettua le contestazioni.  In Italia i Ministeri cui fanno capo gli organi di vigilanza emanano per prassi circolari interpretative, non sempre in linea con la normativa.  Per quanto non abbiano il valore di fonti del diritto, le circolari sono importanti perché determinano spesso le interpretazioni del diritto che vengono applicate dagli organi di vigilanza, che sono le autorità che effettuano le contestazioni.  ​
Alla variabilità delle interpretazioni degli organi di vigilanza, si aggiunge poi la variabile degli orientamenti giurisprudenziali, di cui occorre tenere conto nell’effettuare le valutazioni.  ​
Il diritto alimentare è dunque una materia estremamente complessa. 
Pur in presenza di normative comunitarie, ogni paese dell’unione ha comunque un diverso sistema sanzionatorio per gli illeciti relativi ad alimenti e bevande.  In Italia, le problematiche legate agli alimenti sono trattate in modo serio e punite in modo severo.  Gli illeciti meno gravi sono puniti con sanzioni amministrative, mentre le violazioni più gravi del diritto alimentare costituiscono reato.  
La produzione, la distribuzione e la somministrazione degli alimenti e delle bevande possono comportare vari problemi.  I più comuni sono le contestazioni che attengono alla composizione dei cibi (ad esempio, l’uso di additivi non consentiti); le contestazioni relative alle informazioni fornite ai consumatori (tramite l’etichettatura, la presentazione o la pubblicità); le contestazioni che sorgono in seguito ai prelievi, alle analisi chimiche o microbiologiche, ed agli altri controlli disposti dagli organi di vigilanza. 

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